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Channel: Arabia Saudita – Gli occhi della guerra
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La Russia è pronta a mediare per riappacificare Iran e sauditi

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Durante una conferenza stampa tenuta l’11 ottobre il viceministro degli esteri Mikhail Bogdanov ha affermato che la Russia è pronta ad assumere il ruolo di mediatore tra Teheran e Riyadh, così da avviare il processo di normalizzazione delle relazioni tra due dei più importanti attori nella regione. Non è la prima volta che Bogdanov offre il supporto del Cremlino per superare le ostilità che contraddistinguono il rapporto tra Iran e Arabia Saudita e, anche se ha voluto sottolineare che la Russia non vuole imporre forzatamente un suo ruolo attivo nella questione, si è detto pronto a intervenire per aiutare le due potenze a superare la loro rivalità.

Quest’anno la Repubblica islamica e il regno dei Saud sono tornati ad accusarsi vicendevolmente di fomentare l’estremismo islamico e le ideologie più violente ad esso legate. Le già compromesse relazioni tra Teheran e Riyadh avevano subito un ulteriore scossone quando nel 2016 era stato ucciso nella capitale saudita il clerico sciita Sheikh Nimr al-Nimr, evento che contribuì a riaccendere l’odio e ad aumentare le tensioni negli animi di entrambe gli schieramenti; poco tempo dopo infatti venne attaccata l’Ambasciata saudita di Teheran. Più recentemente la nuova crisi del Golfo ha visto il tentativo del blocco sunnita guidato da Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita di isolare il Qatar proprio con l’accusa di intrattenere rapporti con Teheran.

La Russia da quando è entrata nel conflitto siriano ha saputo ritagliarsi un ruolo da protagonista in Medio Oriente, dialogando con tutti i principali attori e arrivando fino alle sponde del Golfo; ed è proprio qui che ora si sposta la partita. Pur continuando a consolidare la propria presenza in Siria durante le ultime battute della guerra contro le milizie dell’autoproclamato Stato Islamico, senza dimenticare anche la situazione nel nord dell’Iraq dopo il referendum per l’indipendenza del Kurdistan iracheno del 25 settembre scorso, il presidente russo Vladimir Putin è consapevole che per gli interessi geopolitici della Russia sarebbe auspicabile uno scenario in cui l’Iran e l’Arabia Saudita contino su Mosca come interlocutore principale.

La visita di re Salman a Mosca di una settimana fa è sintomatica della volontà saudita di un progressivo allontanamento del regno dei Saud dalla sfera di influenza statunitense, nonché dalla dipendenza economica che lo lega a Washington. Come riporta ISPI “da Vladimir Putin re Salman ha discusso di petrolio, diplomazia, nonché di armi. Russia e Arabia Saudita hanno firmato un accordo preliminare da 3 miliardi di dollari per l’acquisto di diverse tipologie di armamenti, tra cui spiccano i missili terra-aria S-400 Triumf (denominazione NATO SA-21 Growler, gli stessi che la Turchia dovrebbe ricevere proprio da Mosca). Tuttavia, il comunicato diffuso al termine dell’incontro non fornisce dettagli sull’operazione che potrebbe essere finalizzata al vertice del WTO del 26-27 ottobre..”

Forse è troppo preso parlare di “fine del secolo americano”, ma a giudicare dalle ultime mosse della Russia, che ha saputo ricucire ottimi rapporti con i maggiori protagonisti della politica internazionale, dalla Cina all’India, dalla Turchia all’Iran, per arrivare all’Arabia Saudita, sembra che col passare del tempo l’attitudine di Washington abbia portato i più a virare il timone verso il tanto vituperato Vladimir Putin. Quando si tratta di politica internazionale nessuno fa beneficenza, quindi anche il Cremlino, come la Casa Bianca, agisce avendo in mente unicamente gli interessi della propria nazione. Una delle differenze, come già detto, sta nella metodologia scelta per perseguire tali interessi. E’ giusto ripeterlo, perché il vice-ministro degli esteri Bogdanov ha offerto l’aiuto della Russia per fare da tramite tra Iran e Arabia Saudita, nel tentativo di scongelare progressivamente i loro rapporti, ma ha voluto sottolineare che Mosca si muoverà solo se richiesto dalle parti in causa. Un atteggiamento molto diverso da quello storicamente adottato dagli Stati Uniti che, con la loro mentalità e attitudine imperialista e spavaldi sul trono di prima super-potenza mondiale, hanno commesso troppi errori, molti dovuti proprio alla hybris americana. Errori che vanno a beneficio di quegli attori del panorama geopolitico che sapranno approfittarsene.

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